Riporto qualche stralcio di un'interessante analisi sullo stato dei nostri ghiacciai a cura di Fabrizio De Blasi - glaciologo - Istituto di Scienze Polari del CNR.
Qui si parla di scienza pura, lontano da slogan politici e giornalistici...
Dalla seconda metà del 1800 la temperatura media terrestre è aumentata di oltre 1°C.
La velocità con cui si è verificato questo incremento non è MAI stata registrata negli ultimi 800 000 anni.Nel corso dell’ultimo milione di anni i periodi caldi e i periodi freddi si sono SEMPRE alternati con periodicità più o meno costante, dovuti a fenomeni naturali interni ed esterni al nostro pianeta.
Questi cicli periodici si alternavano ogni 80.000 – 120.000 anni con la conseguente avanzata o ritiro dei ghiacciai alpini. Durante le ere glaciali le lingue di ghiaccio si estendevano a sud delle Alpi fino a raggiungere i territori dove adesso ci sono i grandi laghi italiani, come ad esempio il lago di Garda. All'estremo opposto, durante i caldi periodi interglaciali, i ghiacciai si sono ritirati sulle nicchie più elevate delle montagne quasi scomparendo totalmente dalla catena alpina.
I due estremi (periodi freddi e periodi caldi) di risposta delle masse glaciali, distanti qualche decina di migliaia di anni, erano divisi da poco più di 5 °C di differenza di temperatura media annuale.
Negli ultimi 170 anni abbiamo misurato un incremento della temperatura media globale pari a circa il 20% di questa differenza.
Gli ambienti di alta quota, considerate le sentinelle del cambiamento climatico visto il loro fragile equilibrio, sono particolarmente sensibili alle variazioni tanto da rispondere in maniera più che proporzionale. Se l’innalzamento medio della temperatura terrestre è stato di oltre 1°C, l’aumento nei territori d’alta quota è stato quasi il doppio.
La principale causa di questo rapido aumento è l’immissione in atmosfera di gas clima-alteranti in grado di aumentare esponenzialmente l’effetto serra.
I ghiacciai sono testimoni muti dei cambiamenti climatici.
Sono un prezioso strumento scientifico perché in grado di raccontare le conseguenze delle variazioni climatiche analizzandone le variazioni areali e volumetriche e, parallelamente, custodire all'interno dei loro strati le testimonianze sulle le cause di queste variazioni.
Le masse glaciali sono importanti archivi climatici formati da strati successivi di neve trasformata in ghiaccio che fissa, come in una fotografia, le condizioni climatiche del momento.
I ghiacciai sono, quindi, una sorta di termometro per misurare lo stato di salute del clima e, al contempo, sono un prezioso alleato per comprendere le variazioni climatiche.
I ghiacciai si stanno ritirando a ritmi elevatissimi.
Il riscaldamento climatico in atto sta avendo un effetto diretto e devastante sul loro stato di salute: interi sistemi glaciali si stanno riducendo e alcuni, oramai, scomparendo.
Attualmente, in media, tutti i ghiacciai delle regioni montuose non polari del pianeta stanno perdendo massa. Dalla catena andina a quella himalayana le calde estati causano un costante ritiro del volume della massa glaciale. La somma annua di queste perdite è pari a circa 340 km3 di ghiacciai, un volume di ghiacciaio esteso come il lago di Garda e alto 1000 m. Ipotizzando che tutta questa acqua si riversi negli oceani, la diretta conseguenza sarebbe l’innalzamento del livello medio del mare di 1 mm all'anno.
A partire dalla seconda metà del XIX secolo, ossia dalla fine della Piccola Era Glaciale (PEG, ultimo periodo di avanzata dei corpi glaciali alpini), i ghiacciai hanno subito un generale ritiro quasi continuo, perdendo in media circa il 70% della loro area e il 75% della loro massa.
Attualmente, le Alpi perdono ogni anno circa l’1.5% del proprio volume glaciale.
La scomparsa delle masse glaciali ha importanti conseguenze dirette e molto poco inerziali sia sugli ecosistemi che sulla società.
Il venir meno di volumi di ghiacciaio causa una riduzione della disponibilità idrica. I ghiacciai infatti sono delle grandi riserve di acqua in grado di arginare la scarsità idrica estiva. Questo effetto tampone dei ghiacciai ha avuto un effetto importantissimo negli ultimi decenni.
In un futuro non lontano, il regime di torrenti e fiumi dipenderà esclusivamente dalle precipitazioni e saremo costretti a ricercare soluzione per un utilizzo più efficiente della risorsa idrica.
In ultimo, la perdita delle masse glaciali causa anche la scomparsa di preziose informazioni climatiche in esse raccolte. A causa della fusione dei ghiacciai, infatti, tutte le informazioni preservate nei loro strati vengono letteralmente
Sicuro che non siano MAI aumentate così repentinamente le temperature, addirittura nell'ultimo milione di anni???Riporto qualche stralcio di un'interessante analisi sullo stato dei nostri ghiacciai a cura di Fabrizio De Blasi - glaciologo - Istituto di Scienze Polari del CNR.
Qui si parla di scienza pura, lontano da slogan politici e giornalistici...
Dalla seconda metà del 1800 la temperatura media terrestre è aumentata di oltre 1°C.
La velocità con cui si è verificato questo incremento non è MAI stata registrata negli ultimi 800 000 anni.Nel corso dell’ultimo milione di anni i periodi caldi e i periodi freddi si sono SEMPRE alternati con periodicità più o meno costante, dovuti a fenomeni naturali interni ed esterni al nostro pianeta.
Questi cicli periodici si alternavano ogni 80.000 – 120.000 anni
Mi pare che invece anche nei testi storici siano documentati tali cambiamenti climatici anche rapidi(circa 2 secoli) che avrebbero causato stravolgimenti nelle abitudini, colture, insediamenti dei nostri antenati.
Sarei anche scettico sul fatto che la causa di questi cambiamenti sia imputabile principalmente alle emissioni umane, se si parla di co2 per esempio, ha un basso potere di assorbimento apprezzabile allo spettrometro.