23 LUGLIO 1976
LA STAMPA 23 LUGLIO 1976TROMBE D’ARIA E PIOGGE TORRENZIALI HANNO SCONVOLTO LA PENISOLA
VIOLENTI NUBIFRAGI IN TUTTA ITALIA MILIARDI DI DANNI, RACCOLTI PERDUTI
GRAVEMENTE COLPITI GENOVA, PAVIA, IL VENETO, LA TOSCANA E LA PUGLIA
CASE SCOPERCHIATE, ALBERI SRADICATI, CANTINE ALLAGATE
DEVASTATI MIGLIAIA DI ETTARI DI COLTURE
INTERROTTA LA LINEA FERROVIARIA PER VENEZIA
GENOVA, 22 LUGLIO 1976Violento nubifragio stanotte a Genova.
La furia del vento ha sradicato alberi, rovesciato automobili, divelto comignoli e tegole.
Non vi sono feriti, ma i danni ammontano a qualche miliardo.
Verso le cinque del mattino una tromba d’aria ha aggredito la città da ponente e da levante abbattendosi sul quartiere della Foce e sul centro:
le raffiche più violente hanno sollevato onde alte più di quindici venti metri e hanno raggiunto la velocità di 100 chilometri orari.
Per dieci minuti sono volati comignoli e tegole per le strade deserte, alcuni alberi dei viali della Foce sono stati sradicati, numerose auto, non al riparo di alti palazzi, sono state rovesciate.

I bagni comunali San Nazaro che sorgono all’imboccatura del porto e meno d’un chilometro dalla Foce sono stati devastati e decine di barche sono state danneggiate.
Sono ricorsi alle cure del pronto soccorso del San Martino soltanto nove passanti colpiti da oggetti contundenti.
Ha continuato a piovere per tutto il giorno, a tratti, ma con intensità: l’uragano s’è spostato verso il mare aperto, ma non ha provocato danno ai natanti perchè le imbarcazioni si erano messe al riparo sin dalle prime raffiche di vento.

Nella zona alta della città la pioggia ha provocato smottamenti che hanno bloccato il traffico per alcune ore.
I vigili del fuoco hanno tenuto tutte le loro squadre in azione per tutto il giorno, con l’aiuto di polizia stradale e carabinieri.
Unico dato positivo è l’aumento, considerevole, dell’acqua che allontana il timore del razionamento.
Alcuni incendi di boschi sul colle del Righi alle spalle di Genova e nella zona di Chiavari, sono stati domati dallo scrosciare della pioggia.
La tromba marina è considerata dai meteorologi come un evento eccezionale in questa stagione,
perchè in genere non si verificano mai alla fine di luglio bruschi cambiamenti di pressione atmosferica.
L’uragano comunque non ha spaventato molto i genovesi e gli abitanti dei centri della costa perchè s’è svolto in un’ora in cui le strade erano deserte.
Se fosse avvenuto a metà giornata forse si sarebbero verificate le scene di panico che hanno caratterizzato in passato violenti eventi naturali: il naufragio, nell’aprile del 1971, della “London Valour”, il mercantile inglese gettato contro la scogliera del porto da una violenta libecciata che durò per ore e ore, e l’alluvione dell’ottobre del 1970, che provocò lo straripamento dei torrenti che attraversano la città.
Nubifragio anche a PAVIA.
I sotterranei del Policlinico San Matteo sono stati invasi dall’acqua che è entrata nei locali della centrale termica, nei laboratori della patologia medica, della clinica chirurgica e nella sala del Betatrone.
I danni sono ingentissimi, forse più di un miliardo: l’acqua ha danneggiato numerose apparecchiature e strumenti di ricerca.
I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per svuotare l’acqua che in alcuni punti ha raggiunto i due metri.
Violenti temporali con grandinate e forti raffiche di vento si sono abbattuti nel primo mattino su tutta la TOSCANA.
Alla periferia di Livorno, una tromba d’aria ha scoperchiato una ventina di case.
In tutta la regione vi sono stati allagamenti di fabbriche, abitazioni e strade.
Interrotte per qualche ora le linee telefoniche ed elettroche: la grandine ha provocato gravi danni alle colture.
PESARO nel primo pomeriggio è stata investita da raffiche di vento che hanno raggiunto i 94 chilometri orari; in quindici minuti sono caduti 26 millimetri di pioggia.
Il vento ha sradicato alberi, fatto volare cabine e ombrelloni, divelto numerose antenne televisive.
Nella zona di CHIETI, la grandine ha distrutto decine di ettari di colture.
Si calcola che almeno 350 quintali di uva siano andati perduti.
Secondo una prima stima i danni ai vigneti sarebbero di 3 miliardi e mezzo.
Danneggiate anche le colture di frutta, grano, ortaggi, barbabietole.
In PUGLIA il maltempo che si è abbattuto per tutta la giornata in gran parte della regione ha provocato nuovi irreparabili danni alle colture giù seriamente danneggiate dai nubifragi avvenuti nei primi giorni di luglio.
Il raccolto di ulivi, mandorli e uva è ormai compromesso.
A VOGHERA invece la pioggia torrenziale di questa notte ha salvato dalla siccità il raccolto di bietole e granoturco, ma ha provocato gravi danni al centro della città.
Decine di laboratori, capannoni, abitazioni e cantine sono stati allagati.
I vigili del fuoco sono impegnati tutta la notte e tutto il giorno per l’opera di prosciugamento.
L’acqua ha provocato lo straripamento del collettore Galliano, nel quale confluiscono gli scarichi delle fognature.
Il liquame ha invaso un allevamento di polli e suini, causando la morte di oltre 2 mila capi.
Nubifragio anche a VENEZIA.
La pioggia e il vento hanno spezzato le linee di alimentazione della ferrovia.
Tutto il traffico è stato interrotto sino alle prime ore del pomeriggio.
Danni anche nel centro della città, dove i vigili del fuoco sono stati a lungo impegnati per la rimozione di camini, cornicioni e serrande danneggiate.
A MESTRE il vento ha sradicato molti alberi, numerosi scantinati sono stati completamente allagati.
Nei pressi di PADOVA un fulmine ha bruciato il tetto di una casa danneggiando anche i mobili all’interno.
A TREVISO i vigili del fuoco hanno ricevuto oltre trecento chiamate per allagamenti.
Nel VERONESE il vento ha raggiunto i 130 chilometri orari, fenomeno definito “eccezionale! Dall’osservatorio dell’aeronautica, poichè non si verificava da una decina d’anni.
In due ore sono caduti 42 millimetri di acqua, poco meno della quantità registrata in maggio e giugno.