Con il termine permafrost si indica la porzione di terreno permanentemente ghiacciato, a causa delle temperature medie dell’aria molto basse. Definito come terreno gelato per almeno due anni consecutivi, rappresenta un elemento importante, anche se poco evidente, della criosfera.La profondità intorno alle quali la temperatura massima del terreno (curva rossa) è di 0°C indica la profondità massima in cui avviene il disgelo in quell'anno, e quindi la parte superiore del permafrost. Al di sopra di questo livello, c'è uno strato che prende il nome di "strato attivo".Si definisce “strato attivo” la porzione superficiale che subisce fusione e ricongelamento. La sua porzione inferiore è definita “tavola del permafrost”, e può essere collocata a varia profondità (tipicamente pochi decimetri nelle zone artiche, 2-5 m nelle aree alpine prossime al limite del permafrost discontinuo). Sotto la tavola del permafrost la temperatura è perennemente inferiore a 0°C. Il punto dove la variazione annuale della temperatura è inferiore a 0.1°C è detto “Depth of Zero Annual Amplitude” (ZAA) e si colloca tra 10 e 20 m di profondità, a seconda delle condizioni climatiche e della conducibilità termica del suolo. Sotto la ZAA la temperatura aumenta per effetto del calore geotermico fino a superare nuovamente gli 0°C in corrispondenza della cosiddetta “base del permafrost”. Lo spessore del terreno compreso tra la tavola e la base del permafrost va da pochi metri a più di un migliaio di metri nelle aree polari. (Profilo termico verticale estivo e invernale di un terreno interessato da permafrost e terminologia)

Nel nord della Norvegia, una parte del permafrost si trova nelle paludi, producendo spesso palse e torbiere .Le palse sono sempre formazioni periglaciali tipiche degli ambienti a permafrost ma sono più basse e si presentano come collinette emergenti da torbiere. Le palse hanno origine da processi di criosollevamento che porta alla formazione di ghiaccio lenticolare al loro interno. Queste forme si
ritrovano in abbondanza in Lapponia, in Islanda e nel Quebec e sono tipiche di zone a permafrost discontinuo.Esistono molti metodi per la determinazione e l’individuazione del permafrost .questi metodi si basano sia su metodi indiretti che diretti.Nel 1999, grazie al progetto "Permafrost and Climate in Europe" (PACE), finanziato dall'Unione Europea, sono state realizzate delle perforazioni profonde con sondaggi geognostici i quali raggiungono la tavola del permafrost e che vengono poi attrezzati con opportune strumentazioni per poter rilevare la temperatura a varie profondità a Juvvasshøe nel sud della Norvegia e a Janssonhaugen a Spitsbergen (Svalbard).Queste perforazioni hanno reso possibile un incremento e potenziamento delle ricerche inerenti il permafrost montano presente in tali aree, e nel 2001 è stata istituita inoltre una rete di monitoraggio delle perforazioni a bassa profondità a Snøheim (Dovrefjell), nel sud della Norvegia. Durante l'Anno Polare Internazionale (2007-2009), sono state costruite reti di monitoraggio anche nel nord della Norvegia, insieme alle Svalbard. Juvvasshøe, Snøheim e Iskoras rappresentano il nome delle prime stazioni operative per il monitoraggio del permafrost nella Norvegia continentale, con i dati in tempo reale della temperatura del suolo utilizzati per i prodotti operativi per il monitoraggio del permafrost che vengono presentati in questo sito.In queste località sono presenti anche stazioni meteorologiche riconosciute a livello ufficiale. Due perforazioni strumentali a 102 m e 15 m di profondità, sono state realizzate a Janssonhaugen, nelle Svalbard occidentali, che forniscono i dati per gli attuali monitoraggi del permafrost sulle Svalbard.Le perforazioni penetrano nella roccia arenaria caratterizzata da un basso contenuto di ghiaccio sovrapposto da un sottile strato che non contiene materiale organico resistente agli agenti atmosferici (0,2-0,5 m) . La superficie del terreno risulta priva di vegetazione e durante l'inverno il manto nevoso risulta scarso o completamente assente a causa della deflazione ossia l'azione di erosione e trasporto operata dal vento.
Sito di monitoraggio del permafrost di Juvvasshøe (1894 masl) a Jotunheimen, Norvegia meridionale.

Sito di monitoraggio del permafrost di Snøheim (1475 mslm) a Dovrefjell, Norvegia meridionale

Sito di monitoraggio del permafrost Iskoras (591 mslm) nel Finnmark, nel nord della Norvegia

Juvvasshøe, Norvegia meridionale (1894 mslm)


Snøheim, Norvegia meridionale (1475 mslm)


Iskoras, Norvegia settentrionale (591 mslm)

Janssonhaugen, Svalbard (270 mslm)

https://cryo.met.no/en/permafrost