In base ai dati del National Snow and Ice Data Center (NSIDC),l estensione del ghiaccio marino antartico durante il mese di giugno 2019 è risultata decisamente bassa, superando il 2002 e il 2017. Alla fine del mese,l estensione del ghiaccio marino ha raggiunto una media di circa 160.000 chilometri quadrati (62.000 miglia quadrate) al di sotto del precedente minimo stabilito nel giugno del 2002, e di oltre 1,1 milione di chilometri quadrati (425.000 miglia quadrate) al di sotto della media 1981-2010. L'estensione del ghiaccio è stata particolarmente bassa nel Mar di Weddell orientale e nella regione a nord di Enderby Land (a sud dell'Oceano Indiano occidentale), e a nord di Wilkes Land orientale. Nessuna regione presentava durante il mese di giugno un'estensione dei ghiacci marini sostanzialmente superiore alla media.
Un nuovo articolo pubblicato dalla ricercatrice Claire Parkinson al NASA Goddard Space Flight Center (GSFC) discute della grande perdita di ghiaccio avvenuta nel Mar Antartico tra il 2014 e il 2017. Il massimo invernale raggiunto nel 2014 è stato insolitamente alto, stabilendo l estensione più alta da quando sono disponibili le osservazioni satellitari. I nostri post precedenti hanno notato il drastico declino registrato recentemente, in particolare nella primavera australe del 2016. I ghiacci marini sono rimasti al di sotto della media del periodo di riferimento 1981-2010 dalla fine del 2016.
Mentre il recente declino rimane piuttosto significativo, le tendenze relative all'estensione dei ghiacci del mare antartico rispetto al continuo rilevamento satellitare dalla fine del 1978 rimangono leggermente positive (Figura 6a). L'Antartide subisce una grande variabilità interannuale a causa della sua posizione geografica, dalle caratteristiche fisiche, la distanza dalle fonti di inquinamento e la quasi totale assenza di perturbazioni antropiche - aperta all'Oceano Australe su tutti i lati - e dalle forti influenze derivanti dall Antarctic Oscillation (AO o AAO) , ovvero il periodico aumento e diminuzione del vortice circumpolare, ossia la circolazione dei venti occidentali che, come un anello, determinano gli scambi termici tra l’oceano e il continente antartico. Tale fenomeno viene anche definito con il termine di Southern Annular Mode (SAM). I scarsi dati satellitari degli anni '60 indicano grandi oscillazioni anche in quel decennio. Studi precedenti hanno attribuito l'inizio del recente declino come risposta ad una serie di intense tempeste. A differenza dell'estensione del ghiaccio marino artico, che indica una tendenza al ribasso a lungo termine, l'estensione del ghiaccio marino antartico mostra un'enorme variabilità che è naturale per il sistema di ghiaccio marino meridionale (Figura 6b). Pertanto, non è ancora possibile individuare un chiaro segnale legato al clima per i ghiacci marini dell'emisfero australe.
Il grafico mostra l'evoluzione della tendenza lineare dell'estensione media annua dei ghiacci marini per l'Artico, in blu, e l'Antartico, in rosso. La tendenza è stata calcolata per la prima volta dal 1979 al 1990, poi dal 1979 al 1991, poi dal 1979 al 1992 e così via. Anche con il recente calo dell'estensione dei ghiacci dell'Antartide, la tendenza lineare è ancora leggermente positiva. La ragione per iniziare il calcolo della tendenza dal 1979 al 1990 è che fornisce un numero sufficiente di anni per calcolare una tendenza.

Questo grafico mostra l'estensione media annuale dei ghiacci marini dal 1979 al 2018 nell'Artico, in blu, e in Antartico, in rosso, dall'indice Sea Ice Index della NASA Team utilizzando l'algoritmo dei ghiacci marini.
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