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2015 -2018 Stagione Agricola..... situazione e aggiornamenti dalle varie zone.

Gibbo

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S

sheva78

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Gibbo ha detto:
Gli olivi iniziano a fiorire. Non dico nulla per scaramanzia ma sembra una buona fioritura con un clima giusto per l'impollinazione.
*************************************************************************************

Qui fioritura finita e come immaginavo, bagno di sangue :-X :-X :-X troppo vento di mare negli ultimi 10 giorni :-\
 

Meteotela

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Quarrata (Pistoia)
..stasera ho visto le albicocche "prendere colore"...iniziano a maturare,in ritardo di 15-20 giorni rispetto alle ultime stagioni!!
 

Iwoblu

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Mi spiace Gibbo  :(

La nutrizione delle api a base di zucchero, o meglio: acqua, zucchero e acido citrico (spesso banale succo di limone appunto), è in uso tra i produttori che di fronte ad eventuali problematiche di nutrizione (fioriture andate male, sciami fuori stagione che partono appunto da zero, patologie che han compromesso la famiglia etc..) devono aiutare le famiglie di api a passare il momentaccio (è comunque una nutrizione di emergenza non la loro nutrizione base!)
Non immaginatevi che si mettano a dare il saccarioso cosi com'è in polvere e via, la nutrizione viene fatta con acqua calda e saccarorio a cui viene aggiunto una soluzione acida (come il succo di limone o altro acido.. in ogni caso per alimenti), aggiungendo l'acido lo zucchero data una certa temperatura si trasforma tramite invertasi, in zucchero invertito, in pratica si scinde il saccarosio nei due zuccheri monosaccaridi che lo compongono, il glucosio ed il fruttosio, banalmente.

Lo zucchero invertito (glucosio+fruttosio+ una piccola porzione fondamentale di saccarioso non trasformato) è di per se la base proprio del miele fatto dalle api.

Il paragone con l'alimentazione bovina a base di mangimi di origine animale è un tantino fuorviante, se mangi miele stai mangiando per la quasi totalità glucosio, fruttosio e saccarosio  :p

Ad ogni modo giusto per far chiarezza una nutrizione del genere la fanno i produttori che: 1) non useranno MAI il miele prodotto per nutrire le propria api, perchè va venduto 2) perchè avendo molte famiglie, è MOLTO PERICOLOSO dare del miele ad una famiglia che non è stata lei a produrlo! può essere anzichè un aiuto, una condanna a sofferenze in quanto veicolo di eventuali patogeni, come virosi e compagnia bella ! ce lo vedete un produttore di miele che ha centinaia di famiglie che si mette ad usare uno smielatore per famiglia e un set di barattoli a seconda della famiglia? eheheh

Conludo: la nutrizione a differenza dei produttori è VIVAMENTE SCONSIGLIATA per gli hobbisti o per chi comunque non detiene molte arnie, se si hanno che so 6 arnie, la gestione può e deve essere molto più oculata per la salute delle api, e a quel punto si può anche dare il loro miele tanto tra saccheggi latenti o meno, e compagnia bella le 6 famiglie si "contagiano/frequentano" già ampiamente e il rischio di contagio nel dare un miele di una famiglia (portatrice) ad un'altra diventa davvero irrisorio

Inutile dire che il miele non è neanche lontanamente paragonabile alla soluzione di zucchero acqua e succo di limone e se si è in grado, tenere qualche telaino da melario come scorta fa sempre bene (possibilmente senza polline che marcisce anche solo a guardarlo) personalmente lo faccio con una piccola celletta frigorifera dove metto i melari nel caso l'estate andasse male (soprattutto fine agosto e settembre qua...) quando ad estate secca non fiorisce una mazzola di niente!




 

firenze3

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Gibbo ha detto:
Basterebbe niente per le api. Notte sui quindici gradi e giornate asciutte a ventotto trenta. Sette giorni sette zzo!!!! E che ci vole?

Ci siamo, è arrivato quel momento...

e ti avverto, secondo me e ti muoiono x il troppo caldo...

a tal proposito:  ma a quanti gradi s'arriva dentro un'arnia che è sotto il sole???
 

Gibbo

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firenze3 ha detto:
Ci siamo, è arrivato quel momento...

e ti avverto, secondo me e ti muoiono x il troppo caldo...

a tal proposito:  ma a quanti gradi s'arriva dentro un'arnia che è sotto il sole???

Sempre 32°, scaldano quando è freddo, ventilano e raffrescano quando è caldo.
E possono gestire l'umidità con uno scarto dello 0.5%.
Altrimenti marcirebbe il miele, invece lo "opercolano" (chiudono nelle celle di cera) sempre alla stessa percentuale di umidità 16%.

Ieri sera ero su all'ora di cena e c'erano 17° e un vento notevole.
Ieri ha fatto 23,5° di massima e 10° di minima, l'acacia è finita, ciliegio-susini-rovacee in genere.
Manca all'appello il castagno per i miei luoghi ed è tutto pieno di cinipide, che fa fiorire male e poco, seccando i rami.
...è arrivato il momento?
Io sono iscritto a un forum di apicoltura nazionale vi copio i commenti sulla produzione di miele in questa annata normale???
Nel Bresciano han fatto un pò di acacia, alcune zone lungo il tevere ma limitate, il resto stanno tutti nutrendole, meno le isole, questo senza contare le eccezioni che ci sono, anche io ho una famiglia che fa paura, ma è una.
 

firenze3

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Gibbo ha detto:
Sempre 32°, scaldano quando è freddo, ventilano e raffrescano quando è caldo.
E possono gestire l'umidità con uno scarto dello 0.5%.
Altrimenti marcirebbe il miele, invece lo "opercolano" (chiudono nelle celle di cera) sempre alla stessa percentuale di umidità 16%.

Ieri sera ero su all'ora di cena e c'erano 17° e un vento notevole.
Ieri ha fatto 23,5° di massima e 10° di minima, l'acacia è finita, ciliegio-susini-rovacee in genere.
Manca all'appello il castagno per i miei luoghi ed è tutto pieno di cinipide, che fa fiorire male e poco, seccando i rami.
...è arrivato il momento?
Io sono iscritto a un forum di apicoltura nazionale vi copio i commenti sulla produzione di miele in questa annata normale???
Nel Bresciano han fatto un pò di acacia, alcune zone lungo il tevere ma limitate, il resto stanno tutti nutrendole, meno le isole, questo senza contare le eccezioni che ci sono, anche io ho una famiglia che fa paura, ma è una.

Grazie x le info ;)

cmq dicevo che è arrivato il momento del caldo ;)

e a differenza dell'anno scorso, con una sett d'anticipo e in + l'Aprile-Maggio e prima parte del Giugno 2013, son stati sia + piovosi che freddi...dai, vedrai che il prox anno ti fa una primavera come dici te ;)

Un abbraccione
 

Gibbo

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Iwoblu ha detto:
Mi spiace Gibbo  :(

La nutrizione delle api a base di zucchero, o meglio: acqua, zucchero e acido citrico (spesso banale succo di limone appunto), è in uso tra i produttori che di fronte ad eventuali problematiche di nutrizione (fioriture andate male, sciami fuori stagione che partono appunto da zero, patologie che han compromesso la famiglia etc..) devono aiutare le famiglie di api a passare il momentaccio (è comunque una nutrizione di emergenza non la loro nutrizione base!)
Non immaginatevi che si mettano a dare il saccarioso cosi com'è in polvere e via, la nutrizione viene fatta con acqua calda e saccarorio a cui viene aggiunto una soluzione acida (come il succo di limone o altro acido.. in ogni caso per alimenti), aggiungendo l'acido lo zucchero data una certa temperatura si trasforma tramite invertasi, in zucchero invertito, in pratica si scinde il saccarosio nei due zuccheri monosaccaridi che lo compongono, il glucosio ed il fruttosio, banalmente.

Lo zucchero invertito (glucosio+fruttosio+ una piccola porzione fondamentale di saccarioso non trasformato) è di per se la base proprio del miele fatto dalle api.

Il paragone con l'alimentazione bovina a base di mangimi di origine animale è un tantino fuorviante, se mangi miele stai mangiando per la quasi totalità glucosio, fruttosio e saccarosio  :p

Ad ogni modo giusto per far chiarezza una nutrizione del genere la fanno i produttori che: 1) non useranno MAI il miele prodotto per nutrire le propria api, perchè va venduto 2) perchè avendo molte famiglie, è MOLTO PERICOLOSO dare del miele ad una famiglia che non è stata lei a produrlo! può essere anzichè un aiuto, una condanna a sofferenze in quanto veicolo di eventuali patogeni, come virosi e compagnia bella ! ce lo vedete un produttore di miele che ha centinaia di famiglie che si mette ad usare uno smielatore per famiglia e un set di barattoli a seconda della famiglia? eheheh

Conludo: la nutrizione a differenza dei produttori è VIVAMENTE SCONSIGLIATA per gli hobbisti o per chi comunque non detiene molte arnie, se si hanno che so 6 arnie, la gestione può e deve essere molto più oculata per la salute delle api, e a quel punto si può anche dare il loro miele tanto tra saccheggi latenti o meno, e compagnia bella le 6 famiglie si "contagiano/frequentano" già ampiamente e il rischio di contagio nel dare un miele di una famiglia (portatrice) ad un'altra diventa davvero irrisorio

Inutile dire che il miele non è neanche lontanamente paragonabile alla soluzione di zucchero acqua e succo di limone e se si è in grado, tenere qualche telaino da melario come scorta fa sempre bene (possibilmente senza polline che marcisce anche solo a guardarlo) personalmente lo faccio con una piccola celletta frigorifera dove metto i melari nel caso l'estate andasse male (soprattutto fine agosto e settembre qua...) quando ad estate secca non fiorisce una mazzola di niente!

Conosco apicoltori che fanno grossi quantitativi che nutrono con sciroppo di zucchero sempre e comunque, l'intento è evidente ed è la produzione.
Io non lo farò mai, se non dare un candito alle famiglie coperte dalla neve per troppo tempo e che mi possono rimanere isolate, questo si l'ho fatto.
Concordo sul fatto che non sia paragonabile il discorso mangimi di origine animale alle mucche e sciroppo alle api, ma lo è quando si fa un confronto su quanto sia paradossale nutrire un animale che produce da solo zuccheri di ottima qualità con uno zucchero paraffinato, digrezzato e sbiancato dall'uomo.
E non per tenerlo in vita, ma, per farlo produrre altri zuccheri.....
no dai, non mi piace, poi è la mia opinione.  ;)
 
S

Sporvino

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Gibbo ha detto:
Sempre 32°, scaldano quando è freddo, ventilano e raffrescano quando è caldo.
E possono gestire l'umidità con uno scarto dello 0.5%.
Altrimenti marcirebbe il miele, invece lo "opercolano" (chiudono nelle celle di cera) sempre alla stessa percentuale di umidità 16%.

Ieri sera ero su all'ora di cena e c'erano 17° e un vento notevole.
Ieri ha fatto 23,5° di massima e 10° di minima, l'acacia è finita, ciliegio-susini-rovacee in genere.
Manca all'appello il castagno per i miei luoghi ed è tutto pieno di cinipide, che fa fiorire male e poco, seccando i rami.
...è arrivato il momento?
Io sono iscritto a un forum di apicoltura nazionale vi copio i commenti sulla produzione di miele in questa annata normale???
Nel Bresciano han fatto un pò di acacia, alcune zone lungo il tevere ma limitate, il resto stanno tutti nutrendole, meno le isole, questo senza contare le eccezioni che ci sono, anche io ho una famiglia che fa paura, ma è una.
mmmmm...questa cosa Gibbo mi dà da pensare. Domanda: non è che in questi anni l'apicoltura si sia sviluppata sull'onda di un ciclo climatico favorevole? se l'amo cambia segno le probabilità di stagioni avverse aumenteranno, probabilmente.
 

Gibbo

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Sporvino ha detto:
mmmmm...questa cosa Gibbo mi dà da pensare. Domanda: non è che in questi anni l'apicoltura si sia sviluppata sull'onda di un ciclo climatico favorevole? se l'amo cambia segno le probabilità di stagioni avverse aumenteranno, probabilmente.

Sicuramente c'è un influenza direttamente proporzionale alle annate favorevoli,
così che l'anno dopo ci siano più apicoltori "momentanei o improvvisati",
ma sui periodi più lunghi non saprei che dire se non delle impressioni non supportate.
Resta il fatto che le api per un discorso tecnico lungo e articolato,
ma che si può comprendere in parte dal discorso sulla temperatura costante all'interno dell'arnia,
prolificano più facilmente a temperature costanti, logicamente sopra i 15-20 gradi.
Meno api a "coprire" per scaldare la covata se non si arriva alla temperatura, che è solitamente numerosa durante la stagione di raccolta, e più api a raccogliere.
Così come chiudono il miele con più facilità quando non c'è umidità,
rifacendosi al discorso di prima sul 16% massimo per il miele.
Riepilogando annate con giornate meno umide, con minor escursione termica, con un numero di giornate di pioggia basso e temperature sopra i 20°, possono, favorire fortemente una raccolta nettarifera importante.
Il tutto nel periodo di produzione più importante che generalmente va da maggio a luglio.
 
S

Sporvino

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Gibbo ha detto:
Sicuramente c'è un influenza direttamente proporzionale alle annate favorevoli,
così che l'anno dopo ci siano più apicoltori "momentanei o improvvisati",
ma sui periodi più lunghi non saprei che dire se non delle impressioni non supportate.
Resta il fatto che le api per un discorso tecnico lungo e articolato,
ma che si può comprendere in parte dal discorso sulla temperatura costante all'interno dell'arnia,
prolificano più facilmente a temperature costanti, logicamente sopra i 15-20 gradi.
Meno api a "coprire" per scaldare la covata se non si arriva alla temperatura, che è solitamente numerosa durante la stagione di raccolta, e più api a raccogliere.
Così come chiudono il miele con più facilità quando non c'è umidità,
rifacendosi al discorso di prima sul 16% massimo per il miele.
Riepilogando annate con giornate meno umide, con minor escursione termica, con un numero di giornate di pioggia basso e temperature sopra i 20°, possono, favorire fortemente una raccolta nettarifera importante.
Il tutto nel periodo di produzione più importante che generalmente va da maggio a luglio.
è un discorso che mi interessa direttamente, abitando in una zona dove molti hanno fatto la scelta di dedicarsi all'apicoltura, e di vivere con i proventi. Io stesso ci ho fatto più di un pensierino, in prospettiva. Però, il discorso delle condimeteo stagionali, è da valutare con la massima attenzione. Ho l'impressione che qualcuno quassù, dopo i successi iniziali, sia rimasto 'scottato'. :-X
 
S

Sporvino

Guest
Gibbo ha detto:
Ma non era arrivato il caldo?
Maremma senzamiele  :(

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da domani si torna a condizioni migliori per qualche giorno. Poi, c'è da pregare...
 

Gibbo

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Sporvino ha detto:
è un discorso che mi interessa direttamente, abitando in una zona dove molti hanno fatto la scelta di dedicarsi all'apicoltura, e di vivere con i proventi. Io stesso ci ho fatto più di un pensierino, in prospettiva. Però, il discorso delle condimeteo stagionali, è da valutare con la massima attenzione. Ho l'impressione che qualcuno quassù, dopo i successi iniziali, sia rimasto 'scottato'. :-X

Se dovessi fare la scelta o arrivare a dover decidere dillo, vengo su e ti dico quel poco che ho imparato.
Le api si tengono diversamente a seconda del luogo.  ::)
 
S

Sporvino

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Gibbo ha detto:
Se dovessi fare la scelta o arrivare a dover decidere dillo, vengo su e ti dico quel poco che ho imparato.
Le api si tengono diversamente a seconda del luogo.  ::)
grazie caro. :-*
 
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