Come possiamo ben immaginare, "l'adolescenza" del VP sarà fortemente condizionata dal deficit di ghiaccio Artico.
Il deficit di ghiaccio Artico è una vera e propria sciagura per il bilancio termodinamico, perchè va ad influenzare valori di pressione, venti, geopotenziali.
Mi preme sottolineare che non è soltanto il deficit il problema, ma le temperature che vengono raggiunte sui 60/90°N una volta che avviene lo scongelamento.
L'acqua infatti, al contrario del ghiaccio, assorbe calore e tende a rilasciarlo proprio nei mesi autunnali, entrando in forte contrasto con ciò che avviene sopra la Tropopausa, dove la progressiva diminuzione dell'angolo di incidenza solare innesca un velocissimo raffreddamento della Stratosfera ed un approfondimento del Vortice Polare Stratosferico, generando un'asincronia nelle vorticità tra i piani isentropici superiori ed inferiori.
Inoltre è stata notata anche a livello Troposferico, un anomalo incremento della velocità zonale sul bordo meridionale del pack Artico.
La mia ipotesi è che a causa del forte riscaldamento che riscontriamo nei mesi Estivi, si stia amplificando il gradiente di temperatura tra l'area Polare congelata e quella soggetta a scongelamento, generando così differenze pressorie e forti venti:

E predisponendo il VP ad un approfondimento per il surplus di calore.
Purtroppo il fallimento dello scorso Inverno è stato molto di più che una proiezione errata, ma una vera e propria indicazione di un approccio teleconnettivo ormai superato, dove pure la Brewer e Dobson circulation e la QBO sono condizionate da un bilancio termico che cambia di anno in anno, modificando cicli che parevano una certezza per noi previsori.
Tuttavia rimane estremamente importante il setting delle onde planetarie. Sono convinto che la Stratosfera possa supplire in svariati modi a questo compromesso quadro termodinamico, a questo riscaldamento emisferico.
Perciò la chiave per una buona proiezione si gioca tra i settori equatoriali e quelli centrosettentrionali dell'Oceano Pacifico.