Czarnetzki, nel 1997, ha esaminato casi di cicloni formatisi sul versante orientale delle Montagne Rocciose, avvalendosi di dati da previsioni modellistiche per garantire coerenza. I casi selezionati presentavano una coppia torcente negativa e un contributo positivo al momento angolare locale grazie alla coppia di pressione. In linea generale, la somma della coppia montana e dei flussi di trasporto bilancia la coppia di pressione. Tuttavia, l’accuratezza dei dati non è sufficientemente elevata per spiegare le variazioni del momento angolare in termini dei fattori che contribuiscono, a causa della compensazione tra contributi significativi. In modo simile, Bougeault e colleghi, nel 1993, analizzando sia dati modellistici che osservazioni raccolte durante una campagna di ricerca nei Pirenei, sono giunti a conclusioni affini. Sebbene abbiano focalizzato l’attenzione sul bilancio del momento angolare meridionale, l’area di analisi era così limitata da consentire la rotazione dell’equazione. Hanno inoltre potuto misurare i trasporti di momento angolare verticale generati da onde di gravità in occasione di eventi specifici, sebbene questa componente del bilancio si sia rivelata essere relativamente minore. Egger e Hoinka, nel 2006, hanno correlato la coppia montana della Groenlandia nella stagione invernale con variabili atmosferiche, riscontrando, tra l’altro, che eventi di coppia positiva sono associati a una leggera diminuzione del momento angolare nella regione della Groenlandia. Questi eventi si correlano a pressioni insolitamente elevate sopra e a est della Groenlandia, causando venti anomali est-orientali nella maggior parte del territorio groenlandese, sebbene tali anomalie dei venti risultino piuttosto deboli.
Le perturbazioni sinottiche subiscono deformazioni interagendo con la topografia, un processo che può indurre a sua volta trasporti di momento angolare. Un chiaro esempio di questo fenomeno si osserva nei sistemi che si spostano verso est attorno e sopra i campi di ghiaccio in pendenza dell’Antartide, dimostrando come le dinamiche atmosferiche possano essere profondamente influenzate dalla morfologia terrestre.
I venti in pendenza dell’Antartide, caratterizzati da una componente orientale, fanno dell’Antartide una fonte di momento angolare assiale positivo, necessitando di un trasporto di questo momento fuori dal dominio antartico. Questo fenomeno è stato evidenziato sia attraverso calcoli numerici idealizzati da von Detten ed Egger nel 1994, sia in esperimenti con un modello di circolazione generale da Peters ed Egger nel 1993. Le perturbazioni che circondano l’Antartide, rispondendo al gradiente topografico di vorticità potenziale, sono capaci di trasferire tale momento angolare al di fuori dell’Antartide, come ulteriormente confermato da Juckes e altri nel 1994.
L’indagine sui contributi regionali all’induzione del moto polare, condotta da Nastula e Salstein nel 1999, ha rivelato che le variazioni del termine vento non si riflettono chiaramente nei contributi a tale moto. Tuttavia, considerando la risposta degli oceani alla pressione atmosferica, emerge che le latitudini medie e elevate dell’Eurasia e del Nord America giocano un ruolo dominante. Questo insieme di studi mette in luce la complessa interazione tra la topografia terrestre, i pattern meteorologici e la dinamica dei sistemi globali, sottolineando l’importanza delle regioni montuose e polari nel modellare i processi atmosferici e geofisici a scala planetaria.
Le perturbazioni sinottiche subiscono deformazioni interagendo con la topografia, un processo che può indurre a sua volta trasporti di momento angolare. Un chiaro esempio di questo fenomeno si osserva nei sistemi che si spostano verso est attorno e sopra i campi di ghiaccio in pendenza dell’Antartide, dimostrando come le dinamiche atmosferiche possano essere profondamente influenzate dalla morfologia terrestre.
I venti in pendenza dell’Antartide, caratterizzati da una componente orientale, fanno dell’Antartide una fonte di momento angolare assiale positivo, necessitando di un trasporto di questo momento fuori dal dominio antartico. Questo fenomeno è stato evidenziato sia attraverso calcoli numerici idealizzati da von Detten ed Egger nel 1994, sia in esperimenti con un modello di circolazione generale da Peters ed Egger nel 1993. Le perturbazioni che circondano l’Antartide, rispondendo al gradiente topografico di vorticità potenziale, sono capaci di trasferire tale momento angolare al di fuori dell’Antartide, come ulteriormente confermato da Juckes e altri nel 1994.
L’indagine sui contributi regionali all’induzione del moto polare, condotta da Nastula e Salstein nel 1999, ha rivelato che le variazioni del termine vento non si riflettono chiaramente nei contributi a tale moto. Tuttavia, considerando la risposta degli oceani alla pressione atmosferica, emerge che le latitudini medie e elevate dell’Eurasia e del Nord America giocano un ruolo dominante. Questo insieme di studi mette in luce la complessa interazione tra la topografia terrestre, i pattern meteorologici e la dinamica dei sistemi globali, sottolineando l’importanza delle regioni montuose e polari nel modellare i processi atmosferici e geofisici a scala planetaria.